Manca il 40% dei 18.000 medici necessari per garantire i servizi del Pronto Soccorso in Italia
Manca il 40% dei 18.000 medici necessari per garantire i servizi del Pronto Soccorso in Italia. E' impossibile continuare a procrastinare nel dare una risposta definitiva ai cittadini e a tutto il personale che quotidianamente garantisce i servizi di emergenza-urgenza, ovvero:
quale futuro ci attende?
Il carico di lavoro massacrante, i frequenti turni notturni e festivi in prima linea, nonché l'incertezza nel garantire le ferie costringono i medici a cambiare lavoro ed abbandonare il servizio di emergenza-urgenza per passare alle strutture sanitarie private o in altre aree della sanità pubblica, come la medicina generale o gli ambulatori ospedalieri.
«I medici abbandonano i Pronto Soccorso, che rischiano di chiudere entro l'anno per mancanza di personale».
I Pronto soccorso sono allo stremo in tutt'Italia, e la mancanza di circa 4.200 medici si fa sentire inesorabile. Cosa si nasconde dietro al caos, dai pazienti stipati a Napoli e Bologna ai sistemi informatici in tilt a Milano? Fabio De Iaco, presidente della Società italiana medicina d'emergenza-urgenza, mette sotto accusa carenze d'organico e stipendi troppo bassi. "Quest'anno si sono dimessi già 600 sanitari", " Personale in fuga da tutti i pronto soccorso. 'Decisioni immediate o sistema al collasso'".
FIMEUC: è ora del cambiamento e di vere riforme. La Crisi del Sistema Sanitario Pubblico Nazionale e di quello regionale, reduci dalla pandemia Covid19, è aggravata per la carenza cronica di personale medico, tanto che si comincia a parlare di emergenza dell'Emergenza-Urgenza.
La FIMEUC, le società scientifiche di settore e le OO.SS sanno che la crisi dei servizi di emergenza e dei pronto soccorso non è dovuta ad una sola causa, ma a molteplici fattori riconducibili all'amministrazione della sanità pubblica, la cui criticità deve essere affrontata con priorità assoluta.
L'associazione è convinta che tutto questo sforzo sarà inutile se non sarà prevista una vera riforma di legge che possa prevedere nuove modalità dei servizi in modo standardizzato ed uniforme su tutti i territori e ospedali del SSN e dei SSR: una legge che sostituisca e aggiorni quanto prevedeva un DPR di 30 anni fa, emanato il 27 marzo 1992.
Lunedì 16 maggio 2022 a Firenze le professioni sanitarie, le società scientifiche e le sigle sindacali si confrontano con la politica rappresentativa del parlamento per chiedere una legge che faccia chiarezza sulla condizione dei medici e degli infermieri emergentisti. L'obiettivo è definire in modo chiaro i compiti, ma soprattutto i diritti che dovranno essere garantiti ai lavoratori, quali standard di sicurezza e livelli assistenziali (LEA) per un servizio appropriato e di qualità: si apre l'ipotesi di una nuova area del SSN, un IV LEA da affiancare all'area della prevenzione, della medicina generale e dell'ospedale.
FIMEUC proporrà l'istituzione del DIE (dipartimento Emergenza Integrato), un settore che includa tutti i professionisti che intervengono nei processi del soccorso, dalla presa in carico dal territorio fino al ricovero. Chiederà inoltre che sia garantito un futuro per i giovani professionisti e maggiori tutele anche per chi già lavora nell'emergenza con dedizione e puntualità. 'Oggi per quello a cui assistiamo, purtroppo non è così', afferma con profondo rammarico Alessandro Caminiti, Presidente FIMEUC.
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